Un anonimo Gaddiano scrisse di Lui nel 1452
«Fu tanto raro e universale, che dalla natura per suo miracolo esser produtto dire si puote: la quale non solo della bellezza del corpo, che molto bene gli concedette, volse dotarlo, ma di molte rare virtù volse anchora farlo maestro. Assai valse in matematica et in prospettiva non meno, et operò di scultura, et in disegno passò di gran lunga tutti li altri. Hebbe bellissime inventioni, ma non colorì molte cose, perché si dice mai a sé medesimo avere satisfatto, et però sono tante rare le opere sue. Fu nel parlare eloquentissimo et raro sonatore di lira et fu valentissimo in tirari et in edifizi d'acque, et altri ghiribizzi, né mai co l'animo suo si quietava, ma sempre con l'ingegno fabricava cose nuove.»
Leonardo fu il figlio primogenito nato da una relazione illegittima tra il notaio ventiquattrenne Piero da Vinci e Caterina, una donna di estrazione sociale modesta. La notizia della nascita del primo nipote fu annotata dal nonno Antonio, padre di Piero e anche lui notaio, su un antico libro notarile trecentesco, usato come raccolta di "ricordanze" della famiglia,[7] dove si legge: «Nacque un mio nipote, figliolo di ser Piero mio figliolo a dì 15 aprile in sabato a ore 3 di notte (secondo il calendario gregoriano, il 23 aprile alle ore 21.40). Ebbe nome Lionardo. Battizzollo prete Piero di Bartolomeo da Vinci, in presenza di Papino di Nanni, Meo di Tonino, Pier di Malvolto, Nanni di Venzo, Arigo di Giovanni Tedesco, monna Lisa di Domenico di Brettone, monna Antonia di Giuliano, monna Niccolosa del Barna, monna Maria, figlia di Nanni di Venzo, monna Pippa di Previcone».[8]
Nel registro non è indicato il luogo di nascita di Leonardo, che si ritiene comunemente essere la casa che la famiglia di ser Piero possedeva, insieme con un podere, ad Anchiano, dove la madre di Leonardo andrà ad abitare. Il battesimo avvenne nella vicina chiesa parrocchiale di Santa Croce, ma sia il padre sia la madre erano assenti, poiché non sposati.[7] Per Piero si stavano preparando ben altre nozze, mentre per Caterina fu cercato, nel 1453, un marito che accettasse di buon grado la sua situazione "compromessa", trovando un contadino di Campo Zeppi, vicino a Vinci, tale Piero del Vacca da Vinci, detto l'Attaccabriga, forse anche mercenario come il fratello Andrea.[7]
Nel frattempo, già nel 1452, il padre Piero si era sposato con Albiera di Giovanni Amadori, dalla quale non avrà figli. La lieta accoglienza del bambino, nonostante il suo status illegittimo, è testimoniata oltre che dall'annotazione del nonno anche dalla sua presenza nella casa paterna di Vinci.[7] Ciò si legge nella dichiarazione per il catasto di Vinci dell'anno 1457, redatta sempre dal nonno Antonio, ove si riporta che il detto Antonio aveva 85 anni e abitava nel popolo di Santa Croce, marito di Lucia, di anni 64, e aveva per figli Francesco e Piero, d'anni 30, sposato ad Albiera, ventunenne, e con loro convivente era «Lionardo figliuolo di detto ser Piero non legittimo nato di lui e della Chaterina che al presente è donna d'Achattabriga di Piero del Vacca da Vinci, d'anni 5».[9]
La matrigna Albiera morì appena ventottenne nel 1464, quando la famiglia risiedeva già a Firenze, venendo sepolta in San Biagio. Ser Piero si risposò altre tre volte: una seconda (1464) con la quindicenne Francesca di ser Giuliano Lanfredini, che pure morì senza progenie, una terza con Margherita di Francesco di Jacopo di Guglielmo (1500), che gli diede finalmente sei figli; altri sei ne ebbe con il quarto e ultimo matrimonio.[7]
Leonardo ebbe così 12 fratellastri e sorellastre, tutti molto più giovani di lui (l'ultimo nacque quando Leonardo aveva quarantasei anni), con i quali ebbe pochissimi rapporti, ma che gli diedero molti problemi dopo la morte del padre nella contesa sull'eredità.[7]Essi erano: Antonio (1476), Maddalena (1477), Giuliano (1479), Lorenzo (1484), Violante (1485), Domenico (1486), Margherita (1491), Benedetto (1492), Pandolfo (1494), Guglielmo (1496), Bartolomeo (1497), Giovanni (1498). Inoltre ebbe altre nove fratellastri da parte della madre, di cui di cinque si sanno i nomi: Piera (1454), Maria (1457), Lisabetta (1459), Francesco (1461) e Sandra (1463).
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(Fonte Wikipedia)
Saffo La poetessa dell’amore femminile è vissuta nell’isola di Lesbo oltre 2500 anni fa. In una sorta di collegio (tiaso) in cui venivano educate le fanciulle in vista del matrimonio; a loro, specialmente nel momento del commiato, la poetessa dedica poesie di affetto e di nostalgia. La più famosa poetessa di tutti i tempi nasce nel 7° secolo a.C. in una delle isole più settentrionali della Grecia: Lesbo Mi è capitato di sentir dire che Saffo è la Dea dell’amore tra donne e in molti non sanno che Lesbo è un’isola dell’antica Grecia, e non sanno neppure da cosa deriva il termine “ lesbica” ma fanno una gran confusione. Comunque per mettere un po’ di ordine, diciamo che: Saffo era una poetessa Greca che scriveva poesie dedicate alle donne sull’isola di Lesbo. Tra l’altro Saffo descritta da Alceo come “la poetessa dai capelli viola “ Si dice che si sia suicidata per l’amore non corrisposto da un traghettatore di nome Faone. Il mio omaggio alla poetessa Saffo è raffigurato da due ragazze in atteggiamento intimo, banale e scontato, qualcuno commenterà, ma in questo caso la mia ricerca è stata quella di creare una luce calda avvolgente ed intima, direi antica, curando in maniera maniacale i particolari, la pulizia e che il colpo d’occhio di chi guarda la foto non risultasse volgare.
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Saffo La poetessa dell’amore femminile è vissuta nell’isola di Lesbo oltre 2500 anni fa. In una sorta di collegio (tiaso) in cui venivano educate le fanciulle in vista del matrimonio; a loro, specialmente nel momento del commiato, la poetessa dedica poesie di affetto e di nostalgia. La più famosa poetessa di tutti i tempi nasce nel 7° secolo a.C. in una delle isole più settentrionali della Grecia: Lesbo Mi è capitato di sentir dire che Saffo è la Dea dell’amore tra donne e in molti non sanno che Lesbo è un’isola dell’antica Grecia, e non sanno neppure da cosa deriva il termine “ lesbica” ma fanno una gran confusione. Comunque per mettere un po’ di ordine, diciamo che: Saffo era una poetessa Greca che scriveva poesie dedicate alle donne sull’isola di Lesbo. Tra l’altro Saffo descritta da Alceo come “la poetessa dai capelli viola “ Si dice che si sia suicidata per l’amore non corrisposto da un traghettatore di nome Faone. Il mio omaggio alla poetessa Saffo è raffigurato da due ragazze in atteggiamento intimo, banale e scontato, qualcuno commenterà, ma in questo caso la mia ricerca è stata quella di creare una luce calda avvolgente ed intima, direi antica, curando in maniera maniacale i particolari, la pulizia e che il colpo d’occhio di chi guarda la foto non risultasse volgare.
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Botero Fernando Botero Angulo è un pittore e scultore Colombiano, nato a Medellin. La sua Arte è caratterizzata da figure di corpi rotondi che sono al centro della sua attenzione. Botero ha realizzato nella sua carriera una serie di quadri dedicati al “bagno”, ed è appunto ad una di queste opere che mi sono ispirato per omaggiare il grande artista. La mia personalissima interpretazione vede una modella “curvy” intenta a depilarsi le gambe in un bagno molto particolare e insolito. In effetti tutte le opere realizzate in questa serie di foto denominata “Arte Classica” sono si, una mia personalissima interpretazione, ma vuole essere anche un omaggio a chi in origine ha creato la magnificenza di queste opere dell’Arte Classica originali.
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